mercoledì 26 gennaio 2011

Scuola- Associazione Voltalacarta


Il nostro Istituto fa parte della Rete per l’integrazione degli alunni stranieri in Val di Magra ed ha sottoscritto il Protocollo di intesa e il Protocollo Accoglienza degli alunni di cittadinanza non italiana. 

Ottima la collaborazione  con  il gruppo di volontari “Voltalacarta” per l’insegnamento dell’italiano come L2 , ma non solo, agli alunni stranieri

Questo è il loro LOGO


 

sabato 22 gennaio 2011

Farinata degli Uberti; Canto x

Virgilio e Dante arrivano nel cerchio dove sono puniti gli eretici. Si trovano d'innanzi a una grande distesa piena di tombe infuocate da cui escono dei forti e penosi lamenti ; tutte le tombe sono scoperchiate e ciascuna racchiude un corpo. All'improvviso da una delle tombe si alza un dannato che chiede a Dante di fermarsi: è Farina degli Uberti un capo ghibellino di Firenze.



«O Tosco che per la città del foco
vivo ten vai così parlando onesto,
piacciati di restare in questo loco.

La tua loquela ti fa manifesto
di quella nobil patria natio
a la qual forse fui troppo molesto».

Subitamente questo suono uscìo
d'una de l'arche; però m'accostai,
temendo, un poco più al duca mio.

Ed el mi disse: «Volgiti! Che fai?
Vedi là Farinata che s'è dritto:
da la cintola in su tutto 'l vedrai».

Io avea già il mio viso nel suo fitto;
ed el s'ergea col petto e con la fronte
com'avesse l'inferno a gran dispitto.

E l'animose man del duca e pronte
mi pinser tra le sepulture a lui,
dicendo: «Le parole tue sien conte».

Com'io al piè de la sua tomba fui,
guardommi un poco, e poi, quasi sdegnoso,mi dimandò:
«Chi fuor li maggior tui?».!

Io ch'era d'ubidir disideroso,
non gliel celai, ma tutto gliel'apersi;
ond'ei levò le ciglia un poco in suso;

poi disse: «Fieramente furo avversi
a me e a miei primi e a mia parte,
sì che per due fiate li dispersi».

«S'ei fur cacciati, ei tornar d'ogne parte»,
rispuos'io lui, «l'una e l'altra fiata;
ma i vostri non appreser ben quell'arte».

ulisse wii:                                                   ...

ulisse wii: che bella foto ...: " &n..."

Temporale di Giovanni Pascoli

Un bubbolio lontano...Rosseggia l'orizzonte,come affocato, a mare;nero di pece, a monte,stracci di nubi chiare,tra il nero un casolare,un'ala di gabbiano

Anna

mercoledì 19 gennaio 2011

Apollinaire - Il pleut

Il pleut des voix de femmes comme si elles
étaient mortes même dans le souvenir
C’est vous aussi qu’il pleut, merveilleuses
rencontres de ma vie. ô gouttelettes!
Et ces nuages cabrés se prennent à hennir
tout un univers de villes auriculaires
Écoute s’il pleut tandis que le regret
et le dédain pleurent une ancienne musique
Écoute tomber les liens qui te
retiennent en haut et en bas.

Traduzione
Piovono voci di donne come fossero morte nel ricordo anche voi piovete meravigliosi incontri della mia vita oh goccioline! E quelle nuvole impennate incominciano a nitrire un intero universo di città auricolari. Ascolta se piove mentre il rimpianto e lo sdegno piangono una vecchia musica ascolta cadere i legami che ti tengono in alto e in basso.


Comprensione:
Le righe che scorrono in obliquo vogliono rappresentare le gocce che scendono dal cielo: allo stesso modo il poeta unisce i sentimenti e le sensazioni del propio animo all'immagine visiva della pioggia.

Il Lampo di Giovanni Pascoli

E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s'apri si chiuse, nella notte nera.

Parafrasi

Improvvisamente, nel silenzio che prepara il temporale un lampo squarcia la notte. Al suo bagliore il cielo e la terra appaiono come due creature distrutte da un’angosciante attesa e dal terrore dell’imminente temporale. E la casa che appare bianchissima alla luce del lampo per subito scompare, inghiottita dal buio sembra un occhio umano che si apre e subito si chiude in preda alla paura.

Il Tuono di Giovanni Pascoli

E nella notte nera come il nulla,
a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s'udì di madre, e il moto di una culla.



Parafrasi

E nella notte buia come il nulla ad un tratto, come il frastuono di una rupe che frana dall’alto, il tuono rintronò risuonando, facendo eco e rotolando nella notte ma subito smise, e poi rumoreggiò lontano nella notte come un’onda di mare che si infrange sopra gli scogli ma svanì nuovamente. A quel punto si sentì il dolce canto di una madre, ed il rumore del dondolio della culla del suo bimbo.

Temporale di Giovanni Pascoli


Un bubbolìo lontano. . .
Rosseggia l’orizzonte,
come affocato, a mare:
nero di pece, a monte,
stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un’ala di gabbiano.


PARAFRASI

Il brontolio di un  tuono lontano… L’orizzonte si accende di rosso, come se fosse di fuoco,
verso il mare; sui monti il cielo è nero come la pece,
in mezzo vi sono nubi bianchi: tra le nuvole
nere c’è un casolare: un’ala di gabbiano.