Questa forma di romanzo è basata sulla rappresentazione di fatti e personaggi appartenenti a ben definite epoche storiche. Può trattarsi di vicende storicamente reali, ma arricchite di svolgimenti romanzeschi, o di vicende inventate dall’autore, ma inserite in un contesto storico reale; comunque il narratore si fa scrupolo di rendere in modo verosimile il carattere dell’epoca storica di cui scrive, documentandosi anche su usi, costumi, linguaggi, modi di vita del tempo a cui il suo racconto si riferisce.
La narrazione di eventi del passato in forma romanzesca è stata sempre in uso presso quasi tutti i popoli, ma il romanzo storico come genere vero e proprio si diffonde nell’età romantica, grazie alla nuova curiosità per la storia originaria delle nazioni e soprattutto per il Medioevo. A partire da Waverley (1814), i numerosi romanzi storici dello scozzese Walter Scott, ambientati nel Medioevo o in epoche storiche successive, ebbero un grande successo, che diffuse in tutta Europa la moda di questo genere. In Italia il romanzo storico si affermò verso la fine degli anni ’20. Mentre di scarso rilievo era stata la produzione romanzesca italiana del ‘700, costituita per lo più da imitazioni o da riprese di modelli inglesi e francesi, nel secolo successivo il romanzo storico diede luogo a una vasta produzione, dominante nella produzione degli anni ’30 e ’40 ed esauritasi soltanto verso il 1860: il successo di questo genere fu determinato, oltre che dal valore eccezionale della sua prima grande manifestazione, I Promessi Sposi, dalla situazione politica italiana e dalla tendenza dei nostri romanzieri a interpretare le vicende della storia italiana tra Medioevo e Rinascimento come modelli di valore nazionale, esempi eroici di libertà e di resistenza all’oppressione straniera.
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