domenica 15 aprile 2012

AL GIORNO D'OGGI ..

Gli uomini sono sempre stati visti nella storia come dei "gladiatori",come delle persone forti capaci di combattere,invece le donne sono sempre state pensate come "casalinghe": badare ai figli,cucinare,lavare e stirare. Nel corso del tempo i due ruoli si sono annientati,le donne hanno cominciato a fare anche lavori da uomo,e non erano più trattate come schiave. Al giorno d'oggi,ormai non c'è più distinzione tra uomini e donne. Gli uomini si depilano,si vestono,e si comportano come le donne. Come mai? Semplice,è l'effetto di una società in cui se non sei perfetto vieni scartato a prescindere. La gente guarda solo l'apparenza,raramente ci si sofferma a guardare oltre l'aspetto fisico,a guardare il carattere e il modo di essere di una persona. Ecco il motivo per cui non c'è più molta diversità tra uomo e donna. 

giovedì 12 aprile 2012

Il primo uomo nello spazio

12 aprile 1961
Yuri Gagarin : il primo uomo nello spazio


per approfondire:
http://www.yurigagarin.it/






lunedì 2 aprile 2012

il Vittoriale di Gabriele D'Annunzio.


























Sala da pranzo.







Stanza del Lebbroso. 








 Bagno.                                                     

Eleonora Duse e Gabriele D'Annunzio.


“Gli perdono di avermi sfruttata, rovinata, umiliata. Gli perdono tutto, perché ho amato”.
Sono le parole di Eleonora Duse nei confronti di quello che fu l’unico amore della sua vita, anche se il loro rapporto fu parecchio tormentato. La Divina lo amò senza riserve, ma il Vate la tradì non solo dal punto di vista sentimentale, ma anche sul lato professionale. Il Vate si servì della Duse che fu costretta a pagare i tanti creditori del poeta, Gabriele D’Annunzio, amante del lusso, oltreché delle donne. Si contano ben quattromila amanti.
Lui ha cinque anni meno di lei e non se li porta molto bene. Non è mai stato un bell’uomo. Alto 1 metro e 64 aveva persino i denti cariati, ma era un grande affabulatore. Si erano intravisti in un paio di occasioni.
La loro storia comincia con uno scambio epistolare. La Duse che ha appena letto L’innocente convince il Vate a preparare un’opera per lei da portare in scena. Il poeta non ha altro testo pronto che Elegie romane.. Ma è dopo aver letto Il Trionfo della morte che la Duse comincia a sentire per lui un’attrazione morbosa. Lo chiama il poeta infernale. Lui esercita su di lei un fascino ambiguo di attrazione e insieme di ripulsa. “Preferirei morire in un cantone piuttosto che amare un’anima tale. D’annunzio lo detesto, ma lo adoro” confiderà ad Arrigo Boito, poeta, compositore, fino a quel momento l’uomo più importante della sua vita.
D’annunzio si dona, e la Duse si preoccupa di esaudire tutti i suoi capricci. Nell’autunno del 1895 i due amanti stringono il cosiddetto Patto d’Alleanza, come scrive Laura Laurenzi nel suo Amori e Furori (Bur), vagheggiando un teatro dell’avvenire, che non si realizzerà mai.

I due, così, vicini, non lasciano i rispettivi partner. La situazione più complicata è quella del Poeta. “Dopo- scrive Laurenzi- il matrimonio riparatore con la duchessina Maria Hardouin di Gallese, 18 anni, abbandonata al terzo figlio e l’appassionata relazione con Barbara Leoni, è legato ad una focosa principessa siciliana, che gli ha dato una bambina, Maria Gravina Cruyllas di Ramacca, già separata e madre di quattro figli. Il marito tradito sfida D’annunzio a duello e lo trascina in tribunale con Maria. Saranno condannati a cinque mesi, ma no non sconteranno la pena per un’amnistia. Secondo alcuni biografi centocinquanta sarebbero state le sue amanti certe. Mezzo migliaio, secondo altri. Addirittura quattromila, quelle che affollarono il suo harem, dove non mancavano sniffate di cocacina.
La Duse, figlia di attori girovaghi, debutta sulle scene a cinque anni nella parte di Cosetta. A 21 anni viene sedotta e abbandonata da Martino Cafiero, giornalista napoletano e deputato, bello e brillante. Qualche anno più tardi Cafiero sarà stroncato dal colera. L’aveva messa incinta.
In tutte le sue disavventure la Divina poteva contare su un’amica vera: Matilde Serao.
Di nuovo in attesa di un bimbo, sposerà, ma senza esserne innamorata un amore di secondo piano Tebaldo Checchi. Da lui avrà Enrichetta, che vivrà sempre lontana dai genitori. I due figli di Enrichetta prenderanno entrambi i voti.
Ad infiammare l’attrice sarà solo D’annunzio, a cui un giorno lei scrive: “Ti amo, ti amo e non oso più dirtelo”. Ma il Vate è sempre sfuggente, capriccioso e soprattutto attivo. Per non dormire assumerà stricnina come stimolante del sistema nervoso. Perché “gli araldi della gloria-diceva - sono l’insonnia e l’attivismo”.
Intanto il suo Sogno di un mattino di primavera, sua opera teatrale andato in scena a Roma è un fiasco. E non viene accolto bene neanche a Parigi. Lui se la prende con Eleonora. Comincia a corteggiare l’attrice Sarah Bernhardt, che egli giudica più celebre e più adatta a soddisfare le sue ambizioni.
Tanta la differenza tra le due. La prima “molto più moderna- scrive Laurenzi- è un’interprete rivoluzionaria , detesta la gestualità ampia” olteché i belletti. L’altra è ottocentesca e trova il Vate parecchio brutto. Sembra abbia confidato ad un amico che gli occhi del Poeta sembravano due piccole cacche.
Per Sarah, 54 anni, D’annunzio scriverà Francesca da Rimini, altra tragedia che riscuote un discreto successo. “Alla Duse - è scritto nel libro di Laurenzi - l’allestimento è costato la cifra esorbitante di 400 mila lire. E quando il Vate, come invasato, scrive la Città morta, la Duse, indebitatissima, accetta una nuova tournèe in America pur di accantonare i fondi necessari a poter mettere in scena la pièce”. Ma una volta tornata, scopre che il ruolo di Anna, la cieca è stato affidato alla Bernhardt.
Cominciano i primi dissapori e il poeta continua a farle del male. Lei sembra più una madre rassegnata che un’amante. A lei toglierà il ruolo di protagonista nella Figlia di Iorio, scritto per la Duse, che invece sarà affidato, ad insaputa della Divina ad Irma Gramatica, più fresca per interpretare Mila di Codra. E’ la rottura. Ma D’annunzio non rimarrà solo. Si innamorerà della marchesa Alessandra di Rudinì, figlia dell’ex presidente del Consiglio.
Nel 1904 Eleonora scrive una lettera al Vate, in cui gli chiede di non scrivere più parole dolci.
A 51 anni ormai malata la Divina torna sul palco. Ma all’età di 66 anni, il lunedì di Pasqua del ’24 muore di tubercolosi. Sola. Anche se nel ’22 si erano rivisti per caso a Milano, dopo diciotto anni.
“Devastato dal rimorso- scrive Laurenzi- D’annunzio dice per la prima volta la verità: E’ morta quella che non meritai”.

La pioggia nel pineto_ Gabriele D'Annunzio.

Poesia.

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.


Parafrasi.
Taci (il poeta si rivolge a Ermione). Sulle soglie del bosco non sento parole umane; ma sento parole più nuove, suoni prodotti dalle prime gocce di pioggia sulle foglie. Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove sugli arbusti in riva al mare, piove sui pini con la corteccia ruvida, piove sui mirti divini (nell’antichità era sacro a Venere), sulle ginestre spendenti grazie ai fiori ora rinchiusi per la pioggia, sui ginepri folti di bacche profumate, piove sui nostri volti che sembrano diventare elementi della selva, piove sulle nostre mani, sui nostri abiti leggeri, sui freschi pensieri che l’anima nuova schiude, sulle illusioni della vita e dell’amore che ieri t’illuse, che oggi m’illude, o Ermione.Senti? La pioggia cade sul fogliame con un crepitio che dura e varia nell’aria a seconda delle chiome degli alberi. Ascolta. Risponde alla pioggia il canto delle cicale che il pianto dell’austro (vento del sud) non impaurisce neanche il cielo grigio. E il pino ha un suono, e il mirto un altro suono, e il ginepro un altro ancora, gli alberi sembrano degli strumenti musicali suonati dalla pioggia. E noi siamo immersi nello spirito della selva (il poeta e la sua compagna si sentono penetrati dalla vita vegetali: è incominciata la loro metamorfosi), come gli alberi; e il tuo volto inebriato di felicità è tutto bagnato come una foglia, e i tuoi capelli profumano come le chiare ginestra, o creatura terrestre che hai nome Ermione.


Spiegazione.
“La pioggia nel pineto” è una tra le più belle poesie di D’Annunzio. E’ rivolta alla donna amata, Ermione. La scena si svolge in un bosco, nei pressi del litorale toscano, sotto la pioggia estiva. Il poeta passeggia con la sua donna, Ermione e la invita a stare in silenzio per sentire la musica delle gocce che cadono sul fogliame degli alberi. Inebriati dalla pioggia e dalla melodia della natura, il poeta e la sua donna si abbandonano al piacere delle sensazioni con un’adesione così totale che a poco a poco subiscono una metamorfosi fiabesca e si trasformano in creature vegetali.La poesia è ricca di enjambement e similitudini. Le rime sono libere e sono presenti molte onomatopee.